30 Start-up. Se non è una rivoluzione, poco ci manca

La nascita di un network di micro imprese turistiche che condividono obiettivi, strategie e canali di vendita, cioè fanno sistema in modo intelligente, come fantasticato nelle bibbie del turismo, è una notizia senza precedenti. Senza scomodare Schumpeter, il progetto dei Portale Sardegna Point pare  muoversi per sfruttare il pieno potenziale dell’innovazione: nuovi prodotti esperienziali, nuove forme organizzative, nuovi mercati, nuovi canali distributivi e nuovi paradigmi di marketing.

Tourist experience Italy” digitato oggi su Google, restituisce 720 milioni di risultati.
E’ l’esplosione nel turismo dell’Economia dell’Esperienza.
L’economia del “fare” e del “sentire”, quella che sta spazzando via i cluster turistici tradizionali secondo i quali gli operatori segmentavano il mercato in categorie omogenee e ben definite. Il nuovo viaggiatore è un concentrato di incoerenza con una gran sete di conoscenza, che i sociologi d’avanguardia chiamano – con parola forse già troppo abusata – esperienza.
Sia il Piano Strategico Nazionale PST 2017-2022 che il Piano Strategico Regionale PST 2018-2021, sono allineati sulla necessità di offrire nuovi “turismi” ricchi di autenticità, effetto wow e unicità al viaggiatore, un soggetto piuttosto complesso da decifrare, ma che di sicuro ha aspettative sempre più elevate.
Trasformare la visita in un’esperienza memorabile … orientata alla piena soddisfazione del turista, in modo da spingerlo a tornare e a influenzare, tramite la sua narrazione, nuove persone a visitare il nostro Paese…” è un estratto del PST Nazionale.

I Piani, come sempre, sono delle straordinarie dichiarazioni di intenti, mentre la parte applicativa e realizzativa – purtroppo – raramente arriva a concretizzarsi. 
Ecco perché l’evento di ieri sulla nascita di 30 Portale Sardegna Point, con relativi Local expert, diffusi capillarmente sul territorio, annunciato come evento rivoluzionario nel panorama turistico Nazionale, potrebbe davvero contenere al suo interno degli elementi  di sviluppo inediti e molto promettenti.

Portale Sardegna del resto è abituato a sorprenderci. Quando lo strapotere dei grandi player mondiali come Expedia, Booking, AirB&B, Hotel.com,  sembrava destinato ad una inarrestabile colonizzazione dell’isola, nel 2017, ha scommesso sulla destinazione turistica Sardegna ed è riuscito nella impresa impossibile di convincere una serie di soggetti economici a supportare la quotazione in Borsa di Portale.
Oggi il progetto si rafforza e 30 nuovi soggetti si mettono in rete sotto l’ombrello solido e sempre più largo di un OTA innovativa. Una gran bella sorpresa.

30 nuove start up che in un sistema socio-economico virtuoso (Schumpeteriano, potremmo dire) avremmo voluto vedere nascere spontaneamente grazie a iniziative pubbliche – magari legate alla formazione professionale o all’Università; nascono invece per iniziativa di una azienda privata che non smette di investire e di credere che il turismo possa essere il grande fattore di sviluppo per la Sardegna.
È sorprendente, anche considerando la recente  notizia pubblicata dall’osservatorio del www.sardinianobservatory.org, che evidenziava come le start-up innovative nel 2019, in Sardegna erano a giugno appena 149,  il tasso più basso tra le regioni italiane.
E una sola era riferibile al settore turistico!

L’esperienza simbolo di questa rivoluzione annunciata dai Portale Sardegna Point è la possibilità di partecipare attivamente alla transumanza di un gregge, che diventa perciò un vero e proprio prodotto turistico esperienziale; una operazione di trasferimento degli animali apparentemente banale, ma che diventa, invece, ricca di significato; un esperienza in grado di fare entrare pienamente in sintonia il viaggiatore con ritmi di vita, pratiche sociali ed emozioni che si tramandano da tempi lontani.

Coerentemente con il PST del Turismo, gli obiettivi di innovare, integrare e specializzare l’offerta e quelli più specifici di valorizzare in modo integrato le aree strategiche di attrazione turistica e i relativi prodotti, di valorizzare in modo integrato le destinazioni turistiche emergenti e di ampliare, innovare e diversificare l’offerta, vengono tutti messi al centro del progetto.
Come pure la mappatura permanente delle destinazioni turistiche e dei relativi prodotti e la urgente necessità di digitalizzare il sistema turistico per portare i prodotti sui mercati turistici nazionali e internazionali.

Il progetto ha l’ambizione di partire con una forte sensibilità verso il turista-cliente, con l’intenzione di proporre accoglienza personalizzata, valorizzazione delle specialità del territorio, capacità di fare rete e di coinvolgere tutti gli operatori e costruire micro esperienze  locali uniche, non banali ad alta autenticità.
Lo fa cercando alleanze iper-local. Fronteggiando  la globalizzazione con l’unica risposta sensata:  quella che dal cortile di casa portò al Nobel Grazia Deledda e che i posteri chiamarono la “cortilità universale”; cioè la capacità di raccontare e valorizzare le bellezze delle culture  e delle quotidianità. Il progetto di PS, alo stesso modo entra nei micro territori attraverso imprenditori motivati e appassionati, che proveranno a trasformare la normalità in esperienze indimenticabili.

Quindi riepilogando: una piccola società nata in una delle aree turisticamente meno vocate dell’isola, prima si quota in Borsa, poi diventa un gruppo allargato e multi-segmento. Successivamente capisce che per crescere deve fare alleanze e sceglie partners nazionali come Italianway e locali come Escursì, Siendas, e Bentu Experience, dimostrando che l’unione di competenze è la vera forza del network.
Infine, seleziona 30 partners ( che diventeranno a breve 50) per catturare tutte le straordinarie specificità ancora inespresse dei territori: non chiamiamola DMO per scaramanzia, ma come modello di business per gestire la destinazione, non è per nulla male.

Se si tratterà di una vera rivoluzione lo scopriremo nel futuro prossimo.
La cosa davvero importante è che senza finanziamenti pubblici, senza aiuti esterni ma con una grande volontà, un gruppo di coraggiosi, forse di visionari, ha preso sul serio le parole di Dahrendorf e ha capito che ci sono momenti in cui bisogna alzarsi in piedi, contarsi  e rimboccarsi le maniche. Per essere protagonisti attivi del proprio futuro.
Non sarà facile, ma la strada è quella giusta: per questo serve un grande in bocca al lupo.

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