Turismi da incubo #25: a-turisticità

Piccolo saggio sulle leggi fondamentali della A-Turisticità.

Nel variegato dizionario che alimenta il pantheon  delle “perle” raccontate da “Turismi da Incubo” fa la sua comparsa il termine “a-turisticitá”: niente paura, nulla che possa scomodare l’Accademia della Crusca. Si tratta, al contrario, di un concetto ben conosciuto a noi sardi, declinato spesso con un lessico differente, ma comunque da tempo noto: altro non è, infatti, che quella insana improvvisazione che fa sì che  “tutti si intendano di turismo”, che trasforma oscuri ragionieri in manager turistici, ambiziosi assessori comunali al bilancio in invadenti pianificatori del territorio, proprietari di malsani scantinati in esperti di ricezione turistica ed hotelerie. È quel male oscuro che colpisce allo stesso modo politici d’avanguardia e privati cittadini, operatori professionali e lavoratori trimestrali, baristi e direttori d’albergo. Improvvisazione quindi, ma anche ignoranza (intesa proprio come mancanza di conoscenza), sufficienza e, talvolta addirittura, arroganza e supponenza. Tutto ciò può essere sintetizzato, appunto, nel concetto di a-turisticitá, che, quando va bene, genera comportamenti isolati inadeguati, ma, quando va male, produce scelte scellerate con un forte impatto su tutto il sistema.

L’a-turisticitá, ovvero la negazione di ciò che dovrebbe essere fatto per rilanciare la filiera turistica, è molto più diffusa di quanto possa sembrare: tutti conosciamo un “homo a-turisticus” o un caso eclatante ed evidente di a-turisticitá.  Quasi si potrebbe dire che la a-turisticità é ben presente dentro il sistema turistico, lo permea e lo avviluppa sino a diventarne parte integrante, nonostante da tutti i suoi componenti venga ampiamente negata e disconosciuta.  Con le dovute proporzioni, è un po’ come la natura umana, che é spesso invasa, fino al midollo, di stupidità, senza che questa venga comunque mai riconosciuta da chi ne é permeato.

E proprio partendo dalla stupidità e dalle sue tre leggi fondamentali  che qui proviamo a scrivere, in analogia a quanto scrisse Carlo Maria Cipolla nel 1988, le Leggi Fondamentali della a-turisticità, la cui declinazione va compresa alla luce di quattro assiomi fondamentali, di seguito elencati:

  1. l’a-turisticità danneggia l’intera economia della destinazione  perché ignora le interdipendenze e le relazioni  incrociate tra domanda, offerta e territorio. Se ignora, essa è quindi pura ignoranza e quindi, come tale, va combattuta, senza se e senza ma.
  2. l’a-turisticità al potere fa danni superiori a qualsiasi altra mancanza di competenza  osservata nella politica, perché non è nè riconosciuta, né, tantomeno, richiesta e quindi attesa dalla collettività;
  3. l’a-turisticità è virulenta e si autoalimenta secondo processi auto-referenziali finalizzati a mantenere elevata la percentuale di a-turisticità;
  4. l’homo a-turisticus è più pericoloso di un ladro: se infatti è generalmente chiara la logica che sta alla base delle azioni di un ladro, impossibile è comprendere a pieno azioni e decisioni clamorosamente a-turistiche in quanto o passano sotto silenzio, o vengono contrabbandate come complesse da comprendere e quindi ostiche da spiegare, o, ancora peggio, non vengono comprese a pieno neanche da chi le attua.

Prima Legge della A-turisticità

Sempre e inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di uomini di potere a-turistici in circolazione.

Corollari:

  1. a) politici che reputiamo razionali e talvolta persino intelligenti,  all’improvviso possono diventare a-turistici senza preavviso e in maniera clamorosamente devastante;
  2. b) la percentuale di soggetti con elevata propensione a-turistica all’interno di strutture di qualunque  natura è sempre e comunque decisamente più alta della peggiore stima che avevamo ipotizzato.

Conclusioni: E’ impossibile definire a priori una percentuale di a-turisticità, dato che qualsiasi numero sarà sempre troppo piccolo.

Seconda Legge della A-turisticità

La probabilità che un certo uomo di potere sia a-turistico é indipendente da qualsiasi altra caratteristica della stessa persona,  la quale spesso ha l’aspetto innocuo, ingenuo o perfino intelligente e ciò fa abbassare la guardia.

Corollari:

  1. A) Se studiamo la percentuale di homo a-turisticus distribuita fra gli addetti turistici della front line, scopriremo che è infinitamente più alta di quello che ci illudevamo di trovare.
  2. B) supporre che questa elevata probabilità sia  in relazione con il basso livello culturale o col fatto che il turismo offra in prevalenza impieghi di tipo stagionale non riuscirà mai a spiegare completamente lo strabiliante fenomeno.

Terza Legge della A-turisticità

Un soggetto a-turistico è chi non comprendendo l’importanza del suo ruolo (in qualsiasi punto della filiera turistica ed a qualunque livello di responsabilità egli si trovi) con i suoi scriteriati comportamenti causi un danno all’intero sistema turistico, senza nel contempo avere alcuna certezza di aver realizzato alcun vantaggio di lungo periodo per sé, o per l’organizzazione nella quale opera. O nel peggiore dei casi, addirittura subendone una perdita diretta e immediata o futura in termini di passaparola e feedback negativi ricevuti e diffusi.

Corollari:

  1. A) è massima soddisfazione e sommo esercizio di potenza per l’homo a-turisticus dimostrare come l’insuccesso conclamato e i risultati nulli o deprecabili conseguiti in un qualsiasi incarico con blande o significative responsabilità turistiche non debba affatto essere un ostacolo per assegnare/ricevere futuri e più significativi incarichi.
  2. B) è massimo godimento per l’homo a-turisticus rinforzare il concetto che l’appartenenza ad un gruppo politico di qualsivoglia colore o fede politica – in occasione dell’assegnazione di nuovi e prestigiosi incarichi – deve fare sempre e comunque soprassedere su ogni piccola o grande evidente dimostrazione di a-turisticità.

Quarta Legge della A-turisticità

Gli operatori turistici intelligenti sottovalutano sempre e comunque  il potenziale nocivo delle persone ad alto tasso di a-turisticità poste in ruoli di media e grande responsabilità pubblica.

Corollari

  1. A) sottovalutare che gli a-turistici seriali possono fare più danni di quelli fatti da illustri personalità a-turistiche del passato – facendosi guidare dal mantra “peggio di così…” – si dimostra infallibilmente un errore fatale.
  2. B) assegnare a personalità a-turistiche incarichi considerati marginali immaginando di poter limitare i danni si rivela immancabilmente un errore madornale .

Quinta Legge della A-turisticità

La persona a-turistica é il tipo di persona più pericolosa che esista per le prospettive dello sviluppo economico.

Corollario:  Esistono quattro tipi di homo a-turisticus, distinti per il grado di pericolosità:

– “A-turistico sprovveduto” e mediamente pericoloso: chi con la sua azione tende a causare danno a sé stesso, ma crea anche vantaggio a qualcun altro;

– “A-turistico paraculo a pericolosità medio-alta: chi con la sua azione tende a creare vantaggio per sé stesso, ma crea anche vantaggio a qualcun altro;

– “A-turistico carogna” ad elevata pericolosità: chi con la sua azione tende a creare vantaggio per sé stesso, ma allo stesso tempo danneggia qualcun altro;

– “A-turistico deficiente” ad altissima pericolosità:  chi causa un danno ad un altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita.

Per non  sprecare queste riflessioni semi-serie, spudoratamente ispirate agli scritti di Carlo M. Cipolla, Sardegna2050 intende istituire un Premio di A-turisticità, con il quale si intende segnalare i più significativi esempi di a-turisticita presenti nell’isola (sappiamo essercene tanti), i casi più eclatanti, le esperienze che tutto il mondo ci invidia e che, noi, egoisticamente, teniamo ben strette.

L’invito é quindi rivolto a tutti i nostri soci, ai lettori del blog e dei social di Sardegna 2050: siate cacciatori di “campioni di a-turisticità”, di esempi fulgidi da tramandare negli anni, affinché non se perda la memoria.
Non si vince niente, ma forse se ne guadagna in consapevolezza dei nostri problemi, con il fine di contribuire a stimolare riflessioni critiche e costruttive su come ripristinare i livelli fisiologici di  competitività e qualità dei “turismi”.

Scrivete a presidente@sardegna2050.it o twittate con l’hastag #a_turisticità  bene in vista!!!

Aspettiamo le vostre segnalazioni.

Buon Turismo a tutti

Gianfranco Fancello & Lucio Moore

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