Turismi da incubo #17: il turista riluttante

Nonostante le indigestioni di Autunni nel-cuore-di-non-so-dove, Sagre del-prodotto-più-genuino-del-tuo, fior fiori di Montagne-che-producono, Borghi più-identitari-che-mai, Sapori più-autentici-del-mondo conosciuto, Degustazioni delle-Sardegne-più-vere, Rassegne eno-gastronomicamente-politically-correct, improbabili show di Eccellenze uniche, parate di doc, dop, igt, igp, stg custodi-gelosissime-di-tradizioni-millenarie, Stagioni teatrali e festival musicali winter-edition, insomma dopo tutto questo lavorio, pensavamo di poter finalmente trarre un meritato sospiro di sollievo.
E invece nulla di fatto.

Il turista dei-nostri-sogni resta maledettamente refrattario alle adulazioni delle sirene autunno-invernali.
Neppure la new entry Black Friday, che ci porterà dritta dritta verso gli imperdibili mercatini natalizi con abbondante contorno di Fiere delle Birre, sembra poter cambiare il magro bottino turistico di quella tristemente nota come bassa stagione.
Nè parrebbe che i pretenziosi Capodanno in piazza last-minute possano cambiare le sorti di una stagione turistica autunno-invernale che è molto più che bassa:  pare proprio affetta da nanismo.

È con questi turismi della gita fuori porta, ahimè, che si srotola, autoreferenziale, non molto convinta ma anche un po’ austera,  “l’altra stagione” sulla nostra Isola.

Di turisti che arrivano da fuori manco a parlarne, però – magra consolazione – almeno il turismo interno è vivo e vegeto e comunque  cerca di dare una mano ad una economia rurale con orizzonti non troppo luminosi.
Comunque sia – con o senza Ryanair, i cui numeri sono in ogni caso molto esigui –   è evidente che ce la cantiamo e ce la balliamo da soli (anzi, soprattutto ce la mangiamo e beviamo).

Un vero peccato, perchè vi sono mercati ricchi e con un elevata propensione al viaggio, come quello tedesco, dove nel 2014 almeno l’80% degli abitanti ha fatto un viaggio all’estero superiore ai 9 giorni (fonte FUR).Dove saranno andati?
Certo non in Sardegna, visto che i nostri dati parlano di qualche centinaio di migliaia di arrivi, mentre il nostro competitor diretto, Palma di Maiorca, ha registrato nello stesso periodo oltre 4 milioni di arrivi tedeschi (fonte Aena).

Ora, le domande che non possiamo ignorare sono almeno due: perché non vi sono segmenti turistici extra-regionali interessati al nostro prodotto turistico tardo-autunnale e invernale?
Siamo poco interessanti e quindi vi è un problema di contenuti?  O potremmo essere interessanti ma la comunicazione è talmente carente che i contenuti non si trasformano in opportunità e quindi il turista non ci vede?
Come al solito si formeranno due scuole di pensiero contrapposte.
Ciascuna con le sue ragioni condìvisibilissime e con annessi aneddoti utilissimi alla causa.
Una terza fazione con tutta probabilità solleverà il problema trasporti.
Non potrà mancare un facile e immediato rimando alla sedicente minaccia Ryanair, purtroppo unico dogma, per sua stessa natura infallibile, della teologia turistica degli ultimi 15 anni.
Ci aspettano quindi un lungo inverno e una ridente primavera di convegni-passerella, dove ex arrostitori di porcetto professionali ed ex priori di pro-loco d’assalto si scontreranno all’arma bianca, sotto il simbolo di qualche partito in campagna elettorale.
Si tratterà come sempre di addizioni di retorica, stilisticamente impeccabili, ma a somma zero, utili per sostenere assonnati redattori in crisi di astinenza da cronaca nera.

Il turista riluttante, intanto, del tutto ignaro di cotante tempeste di cervelli che celebrano messa in suo onore, si affanna a cercare una vacanza diversa dal solito villaggio all-inclusive, che gli possa offrire emozioni inattese e magari regalare la sensazione di una esperienza non banale, davvero ricca di contenuti.
Si, forse cerca la Sardegna. Ma ancora non lo sa.

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