Turismi da Incubo #22: prima parte dell’ebook

“Turismi da Incubo: la raccolta” in e-book
E’ con grande piacere che presento una novità fra le iniziative di Sardegna 2050: è appena uscito, fresco di stampa in pdf, “Turismi da Incubo: la raccolta” ovvero l’insieme degli articoli scritti sul nostro blog fra il 2014 e 2016 dall’attuale Presidente Lucio Murru sul tema del turismo: la collezione dei diversi post in un unico volume, oltre che rendere la lettura più agevole, mette a disposizione di chiunque il punto di vista di uno dei massimi esperti di turismo presenti in Sardegna, fornendo un essenziale contributo critico di analisi in un settore vitale e strategico per l’economia della nostra isola.

Naturalmente ringrazio di cuore l’amico Lucio per il regalo che ha voluto fare a tutti i soci e a tutti i sardi, auspicando che questo possa essere il primo di tanti e-book che, sui temi dei laboratori da tempo attivati da S2050, possano essere pubblicati e servire da stimolo e crescita per l’intera comunità isolana.

Riporto di seguito, come introduzione al tema, l’interessantissima prefazione al libro scritta da David Jarach, esperto in marketing del trasporto aereo e docente alla SDA Bocconi di Milano.  L’intero libro può invece essere facilmente scaricato dal link che trovate alla fine di questo post.

Gianfranco Fancello

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Il nostro Paese è universalmente riconosciuto come una delle culle della cultura a livello mondiale, con oltre il 30% del patrimonio artistico dell’Unesco ospitato all’interno dei nostri confini. Ancora, le migliaia di chilometri di spiagge, incastonate all’interno di una condizione climatica invidiabile, rappresentano un chiaro attrattore di domanda, cosi come lo sono la nostra offerta montana e lacustre. Infine, siamo detentori di uno stile di vita alimentare che è ricosciuto come sano, completo, vario e, in ultima istanza, molto gradevole. In questo senso, non rappresenterebbe alcuna sorpresa se Italia facesse già oggi della sua offerta turistico-culturale allargata il suo principale asset di PIL, il suo “shale oil” perpetuo, di fronte peraltro ai dati della World Tourism Organisation che segnalano l’industria turistica in crescita in media del 5% per i prossimi venti anni. E invece ciò non avviene: anzi, la quota di mercato turistica dell’Italia nell’ultimo decennio è costantemente in calo, di fronte all’avanzare di altri sistemi, quali la Spagna in prima istanza. I dati positivi del 2016, legati in prima istanza alla chiusura dei mercati del Nord Africa, non ingannino: il turismo “made in Italy” è in ascesa, ma con percentuali comunque inferiori rispetto a quanto sperimentato da Spagna, Grecia e persino Croazia.

Di fronte a questo scenario di mercato, si susseguono una sequenza di anonime quanto banali analisi prodotte con l’ausilio di schemi di lettura desueti ed ampiamente superati, forse filtrati da letture politiche e localistiche ma certamente lontane da una qualche efficacia. Prevalgono visioni conservative, legate alla sola valorizzazione della rendita di posizione: la più comune è quella di come vendere meglio la soluzione “sole e mare” esclusivamente stagionale per il turismo balneare, mentre si rifugge da una necessaria visione critica dell’argomento che spinga verso nuovi “oceani blu” di offerta. Quando, poi, nella discussione s’insinua il tema del marketing turistico, a molti sfugge come manchi in effetti una chiara coscienza dell’elemento centrale del processo: vale a dire, la strutturazione e la declinazione di un chiaro prodotto sviluppato a partire dal cliente target che si vuole raggiungere, all’interno degli spazi lasciati liberi dalla concorrenza.

In questo senso il lavoro di Lucio Murru, straordinario professionista del settore nonché caro amico, propone invece e finalmente una lettura attuale ed innovativa del fenomeno turistico, calato sulla sua amata terra di Sardegna, ma con spunti di riflessioni facilmente estendibili anche ad altri contesti regionali. Con un linguaggio snello, simpatico, di piacevole lettura ma altresì puntuale ed arguto nell’evidenziare gli elementi di criticità, l’autore pone in luce alcuni processi cruciali per chi oggi ambisca seriamente ad un posto di stakeholder nel mondo turistico che non sia solo alimentato da una sterile retorica autoreferenziale.

In numerosi parti dell’opera emerge, per esempio, il riferimento al tema del benchmarking tra l’offerta turistica sarda e quella delle migliori pratiche internazionali. Come è possibile migliorare il prodotto turistico sardo se non si studiano nel dettaglio i fattori critici di successo di chi nello stesso bacino del Mediterraneo è riuscito con successo a destagionalizzare l’offerta pur partendo da fattori di contesto addirittura inferiori alla Sardegna? Io cito frequentemente il caso di Malta, che da realtà turistica tradizionale è evoluta in pochi anni in un polo primario per attività congressuali, oppure la condizione del sistema turistico andaluso che ha saputo allontanarsi da modelli balneari tradizionali verso un’offerta sportiva ad alto valore di spesa quale il golf.

Ancora, il tema del “sistema turistico” – che in realtà in Italia è più facilmente riconducibile al fallimento dei consorzi turistici locali – risulta stucchevole e auto-imposto secondo il diffuso mantra del “fare squadra” se non si conoscono in dettaglio i desiderata del cliente/turista, declinati per sua nazionalità, età e motivo di viaggio. Risulta, infatti, difficile costruire un pacchetto turistico con qualche possibilità di successo se non vengono ricostruite ed interrogate nel dettaglio le esigenze di accessibilità, mobilità, accoglienza, svago e benessere del cliente. Solo a valle di queste informazioni, raccolte all’interno di una ricerca di mercato, potranno essere messi intorno al tavolo i vari soggetti del territorio, con la supervisione dell’attore pubblico, per la costruzione di una veramente attrattiva proposizione di valore.

Infine, ha senso sponsorizzare nell’ambiente del turismo una delocalizzazione a livello regionale delle competenze promozionali, con il risultato di un effetto cannibalizzante tra i vari prodotti italiani, senza verificare invece nel rispetto delle autonomie qualche forma di coordinamento e sinergia centrale? Non si tratta di dibattere sul ruolo e sullo scopo del federalismo turistico, quanto, a ben vedere, di organizzare una massa critica indirizzata univocamente verso l’obiettivo di riconquistare quel primario palcoscenico che l’industria turistica italiana merita.

Sono dunque davvero lieto di potere invitare il lettore a consultare, anche senza un ordine sequenziale prestabilito, i vari scritti che compongono il saggio di Lucio Murru che vi presento. Io personalmente ne ho trovato grande arricchimento in termini di spunti di ricerca e di azione, provenienti dalla viva voce di chi li può toccare con mano su base giornaliera. L’auspicio è che questa mole di spunti possa presto tradursi in un’opera compiuta a partire dalla Sardegna, all’interno di un innovativo piano di marketing territoriale turistico.

Sono certo, in questo senso, che il lettore condividerà con me il giudizio e saprà tributare i meritati apprezzamenti nei confronti dell’opera dell’Autore.

David Jarach

Scarica QUI (clicca)  “Turismi da Incubo: la raccolta in pdf”

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